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Parrocchie di Susa e Mompantero

Parrocchia di San Giusto

Questa sezione è dedicata alla parrocchia di S. Giusto; sono riportate notizie sulla Cattedrale, sul parroco, sul gruppo del catechismo, sulla cantoria e sull'organo. Per sapere quali sono le iniziative intraprese dalla parrocchia, clicca qui o vai nella sezione attività.

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La Cattedrale

CENNI STORICI E ARTISTICI
(dal Centro Culturale Diocesano)

Cenni storici: La data della costruzione dell'Abbazia di S. Giusto è da porsi verso il 1020. Rodolfo il Glabro fu testimone oculare della consacrazione della chiesa, avvenuta il 18 ottobre 1027. Al 9 luglio 1029 risale invece il testamento con il quale Olderico Manfredi marchese di Torino, la moglie di questi Berta e il fratello Alrico, vescovo d'Asti, donano all'abbazia benedettina annessa alla basilica di S. Giusto, nella persona dell'abate Domenico, un terzo della città e Valle di Susa, eccettuato il castello. Il monastero era direttamente soggetto alla Santa Sede, e ciò sempre in forza del testamento dell'anno 1029, con il quale, inoltre, i donatori riserbavano a se ed ai loro successori la nomina dell'abate. I Benedettini rimasero a S. Giusto sino al 1581: con la bolla Deponente clementia del 13 giugno di quell'anno, Gregorio XIII li trasferì a S. Michele della Chiusa, ed a sostituirli furono chiamati i Canonici Agostiniani Lateranensi. Nel 1749 si stabilì la soppressione della chiesa di S. Maria Maggiore, con il relativo priorato, e della chiesa parrocchiale di S. Paolo, ambedue site in Susa. I loro beni mobili ed immobili furono trasferiti all'Abbazia di S. Giusto che divenne collegiata secolare, ed i canonici di S. Maria si trasferirono in S. Giusto.
Nel 1772 fu creata la Diocesi di Susa e la chiesa di S. Giusto divenne Cattedrale: i suoi beni e redditi passarono alla nuova mensa vescovile.

Cenni artistici: La chiesa presenta pianta a croce latina, con la facciata addossata alle mura cittadine, di fianco all'antica porta romana detta Porta del Paradiso o Porta Savoia, e un poderoso campanile romanico sormontato da coronamento in cotto e guglie gotiche. Esternamente inoltre sono presenti alcuni cicli affrescati risalenti ai secoli XII-XV. Tra i numerosi arredi di pregio sono da segnalare il coro ligneo, importante esempio di scultura del XIV secolo, il fonte battesimale romanico, probabilmente proveniente da S. Maria Maggiore, i numerosi esempi di statuaria, tra i quali il gruppo del Calvario conservato in sacrestia e i due crocifissi lignei del XV secolo. Tra i dipinti sono di assoluto pregio il polittico della Vergine con i SS. Ugo di Lincoln e Ugo di Grenoble (1490-1500), le pale della Natività (opera di Defendente Ferrari del 1518 circa) e di S. Nicola (fine XV secolo).

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Il Parroco

CAN. DON ETTORE DE FAVERI 
Autobiografia

Don Ettore De Faveri nasce a Susa il 16 luglio del 1946. Compie i suoi studi nei primi otto anni presso il Seminario di Susa, successivamente, gli ultimi cinque, a Rivoli, nel Seminario della Arcidiocesi di Torino. Viene ordinato sacerdote il 29 luglio del 1971, da mons. Giuseppe Garneri. Il suo primo impegno pastorale, come viceparroco, fu a Bussoleno, dal 1971 al 1976. Ritornato a Susa, i Vescovi del Piemonte gli affidarono la responsabilità spirituale degli Scout piemontesi, nominandolo assistente regionale dell’Agesci, dal 1976 al 1980. In quegli anni fu anche direttore della Casa Alpina di Bessen Haut. Nel gennaio del 1979, il nuovo vescovo di Susa, mons. Vittorio Bernardetto, gli diede la responsabilità del settimanale diocesano "La Valsusa". Poco più di un anno dopo, nel giugno del 1980, sempre mons. Bernardetto gli affidò la parrocchia della Cattedrale di San Giusto. Da marzo 2012, alla morte di don Gian Piero Piardi, mons. Alfonso Badini Confalonieri gli affida anche la guida pastorale di Sant’Evasio, Venaus e Ferrera, avvalendosi della collaborazione di don Remigio Borello e don Gabriel Jaotombo, prima, e don Herve Mora, dopo. Virtù (o difetto): è un vero tifoso della Juve. Se mangia la pizza, la preferisce ai quattro formaggi. E’ notoriamente goloso, ma chi gli vuole davvero bene, non gli regala dolci…

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La Cantoria

CORALE LITURGICA "TOMMASO VIFFREDO”

 L’esperienza della Corale Liturgica della Cattedrale, nella sua veste attuale ha inizio nel settembre del 1987 quando - con l’appoggio del parroco don Ettore De Faveri - don Fedele Villa e Mariano Martina presentano il progetto al Consiglio Pastorale e all’allora Vescovo Mons. Bernardetto.

L’inizio con don Fedele fu incoraggiante, con la presenza di una quarantina di persone di tutte le età presentatesi alle prime prove. Nonostante la scarsa conoscenza musicale di molti di questi, don Fedele non si scoraggiò, e si raggiunse un ottimo risultato grazie alle attività che sono scaturite in collaborazione con la Corale.

Nel 1991, dopo il trasferimento a Foresto di don Fedele, prende la direzione del coro Tommaso Viffredo, con il quale nasce subito un rapporto di amicizia, complicità e sostegno reciproco. Così, dal ’92 la Corale assume via via tutti gli impegni della Cattedrale sia parrocchiali che diocesani, animando tutte le solennità.

Dal 2006, dopo la prematura scomparsa del Maestro Tommaso, la Corale decide di prendere il suo nome, diventando così la “Corale Liturgica Tommaso Viffredo”.

Dal 2007 la direzione del coro spetta al M° Mariano Martina - che finora era stato solo il primo organista e vice direttore - mentre all’organo siede il M° Davide Nurisso.

La Corale tutt’oggi tratta un repertorio musicale costituito in larga parte da canti eseguiti in alternanza con l’assemblea, semplici antifone e sequenze attinte dal gregoriano, nonché mottetti del repertorio polifonico. Essa è composta da 36 elementi, tutti compresi, ma è sempre aperta a coloro che desiderano dedicare un po’ di tempo alla musica corale e al servizio liturgico.

La Corale Liturgica Tommaso Viffredo si riunisce per le prove settimanali ogni lunedì sera, dalle 20.45 alle 23.00.

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L'Organo

ORGANO "CARLO E FRANCESCO VEGEZZI-BOSSI" (1916 - 1934) - CATTEDRALE DI SAN GIUSTO, SUSAL'organo della Cattedrale di S. Giusto è stato costruito da Carlo Vegezzi-Bossi nel 1916, al quale si deve la presenza del Grand'Organo e parte dei registri del Pedale; successivamente, fra il 1932 e il 1934, il fratello Francesco ha provveduto alla messa in opera dell'Organo Espressivo. Lo strumento - sottoposto al restauro nel 2000 da Italo Marzi & figli, di Pogno (Novara) - è collocato in tribuna sopra la porta di ingresso entro la cassa del 1809, ed è tutt'oggi utilizzato regolarmente per l'accompagnamento dei canti nelle celebrazioni liturgiche.

La facciata è suddivisa in tre campate a cuspide (12/9/12) dal Do1 del Principale 8'.

In consolle, due tastiere di 58 note (Do1 – La5) e una pedaliera di 27 (Do1 – Re3), danno anima alle oltre 1600 canne, azionate da 3 mantici a lanterna e da una trasmissione pneumatica a leva Barker.

Il comando dei registri è a placchetta a bilico, e la disposizione fonica è la seguente:

I GRAND'ORGANO

II ESPRESSIVO

PEDALE

Pieno Acuto [XXIX-XXXIII-XXXVI]

Corale 8 p.

Contrabbasso 16 p.

Pieno Grave [XIX-XXII-XXVI]

Oboe 8 p.

Subbasso 16 p.

Decimaquinta 2 p.

Eufonio 8 p.

Ottava 8 p.

Duodecima 2 2/3 p.

Bordone 8 p.

Bordone 8 p.

Ottava 4 p.

Viola Gamba 8 p.

Bombarda 16 p.

Flauto Armonico 4 p.

Concerto Viole 8 p.

 

Unda Maris 8 p.

Flauto a Camino 4 p.

 

Flauto Traverso 8 p.

Eolina 4 p.

 

Salizionale 8 p.

   

Dulciana 8 p.

   

Principalino 8 p.

   

Principale 8 p.

   

Principale 16 p.

   

Tromba 8 p.

   

 

Vi sono inoltre:

Unioni: I/P; II/P; II/I; Subottava II/I; Superottava II/I; Superottava I.

Pistoncini al I: Annullatori Ripieno, Principale 16', Combinazioni fisse (PP, P, MF, F, Tutt'organo), Annullatori.

Pistoncini al II: Cambio al Pedale, Combinazioni fisse (PP, P, MF,Concerto Viole), Annullatori fisse, Tremolo.

Pedaletti: I/P, II/P, II/I, Ripieno, Tromba, Gran Forte

Staffe: Crescendo e Espressione